Valvole questa meraviglia
Con l'avvento dei transistor sembravano destinate a scomparire nell'archeologia elettronica.
Chi le ha provate sa che sono una garanzia di calore e colore sonori e restituiscono in amplificazione una dinamica di suono inimitabile.
Ecco alcune informazioni fondamentali :
In un amplificatore si hanno fondamentalmente quattro tipi di valvole con funzioni diverse: la preamplificatrice, che amplifica il segnale in ingresso; la sfasatrice, che pilota il finale; la rettificatrice, che trasforma in corrente continua all'interno dell'apparecchiatura la corrente alternata di rete; le finali, che hanno il compito di fornire agli altoparlanti l'energia, che determina la potenza complessiva dell'intero sistema.
In realtà il preamplificatore è spesso a più stadi e utilizza più di una valvola; nel caso siano presenti effetti come riverbero e vibrato, nei modelli più prestigiosi, vengono anch'essi pilotati da ulteriori valvole, mentre nei modelli più economici sì tende ormai a usare circuiti allo stato solido per gli effetti.
La rettificatrice è spesso sostituita da un ponte di diodi in tutti i casi in cui la potenza del finale sia superiore ai 50 watt, nel caso si desideri abbassare i costi e nei casi in cui, pur con potenze moderate, sì desideri ottenere un suono dall'attacco più pronto e con bassi più asciutti e definiti.

PREAMPLIFICATRICI
Le valvole preamplificatrici più usate sono le 12AX7, note in Europa come ECC83 e identificate industrialmente come 7025; indipendentemente dalle denominazioni, tecnicamente si tratta dello stesso tipo di valvola, ma il fatto che fosse prodotta in Europa o negli USA, o su specifiche militari, determina di fatto delle udibili differenze nel timbro e nella capacità di guadagno.
Oggi, essendo cessate le produzioni europee e statunitensi, le diverse sigle indicano appunto queste differenti caratteristiche, attribuendo generalmente alle 7025 un maggior guadagno e un suono più brillante, un timbro più caldo e con più medie alle 12AX7 e alle ECC83. Meno usate ai giorni nostri le 12AY7, usate nei vecchi Fender, caratterizzate da un guadagno leggermente inferiore e un suono più morbido.
SFASATRICI come sfasatrice e per pilotare il riverbero è quasi sempre usata la 12AT7 o ECC81 o 6201, anche se la Marshall usa spesso come sfasatrice una 12AX7, che molti preferiscono nella stessa funzione anche sui Fender per un suono leggerrmente più compresso e aggressivo.
RETTIFICATRICI
Come rettificatrice la valvola più usata è la GZ34, denominata negli USA 5AR4. mentre su molti Fender vintage si trova la 5U4 e su quelli più vecchi la 5Y3. La scelta di un tipo o dell'altro dipende dalle caratteristiche del circuito e dalle tensioni in gioco, quindi non a scelta dell'utente. La rettificazione tramite valvola, rispetto a quella tramite diodi, a parità di circuito, provoca una lieve diminuzione della potenza e un suono più morbido, più ricco dì armoniche speciaìmente ad alto volume, con una distorsione per molti gusti più musicale e una compressione che aumenta gradualmente con il livello di uscita; il timbro è generalmente più caldo.
FINALI
Per le finali il mercato è divìso principalmente fra 6L6, tipiche per la maggior parte degli amplificatori americani storici, come Fender, Gibson, Ampeg, ed EL34, sinonimo per molti dì suono Marshall. Tuttavia ultimamente la casa inglese, per problemi di reperibilità, sì è dovuta convertire alle 6L6, nella versione 5881.1 due tipi di valvole hanno un carattere piuttosto diverso; brillanti e tendenzialmente lineari, con un maggior margine di suono pulito prima di saturare le 6L6; più grintose, con una maggiore enfasi degli estremi di banda e un'attitudine alla distorsione più "ruvida" le EL34.
Meno potenti e con un timbro più dolce sono le EL84, famose per essere le valvole del mìtico Vox AC30, amate per i bassi morbidi, le medie leggermente bronzate e gli acuti trasparenti. In America sugli amplificatori di piccolo wattaggio sono molto amate le 6V6, dalla distorsione calda e dal timbro chiaro e più dolce rispetto alle più potenti 6L6; spinte un pò al limite conferiscono al suono una sorta di acidità, che non pochi musicisti trovano decisamente irrinunciabile.