
Una semplice verifica ci può mostrare l'effettiva condizione del manico della nostra chitarra : avviciniamo il naso alla sommità della paletta e con l'occhio osserviamo il profilo della tastiera sia dal lato bassi che da quello de cantini: avremo subito chiara la condizione della tastiera con eventuali gobbe o avvallamenti.


Attenzione, solo il liutaio può intervenire in maniera ottimale su questa regolazione, dal momento che non sempre l'unico punto di intervento è il ponte; potrebbe essere necessario lavorare sul capotasto o sulle sellette, rifinire i tasti o, nelle chitarre tipo Stratocaster, inserire uno spessore tra manico e cassa (operazione delicatissima).
Consiglio a tutti di provare a farsi regolare almeno una volta l'action da un liutaio e poi paragonare il risultato con la precedente situazione.
Qualche esempio di action d.o.c, (dal vertice del 12° tastino alla base del mi cantino): Jeff Beck e Carlos Santana circa 1 mm; Stevie Ray Vaughan circa 2 mm; B. B. King quasi 3 mm ( che forza !! )
Le corde devono seguire la curvatura della tastiera, tranne che si abbiano esigenze diverse; ad esempio può non essere spiacevole avere un po' più di spazio a disposizione per la vibrazione del mi basso.
Il problema si pone meno nei ponti tipo Gibson, che già prevedono una curvatura (circa 12" ) parallela o quasi a quella della tastiera, eventualmente ottimizzabile dal liutaio.
Regolata l'altezza del ponte, si può impostare anche l'altezza dell'attaccacorde nelle chitarre che ne sono dotate.
Più la corda viene inclinata tra il ponte e l'attaccacorde più elevata sarà la tensione applicata sulla selleria e maggiore il sustain; d'altro canto avremo una maggiore durezza delle corde.
Regolazione delle ottave
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Rimane da fare la regolazione fine, o delle “ottave”. Cominciate col mi cantino, se la nota “premuta”, rispetto all’armonico, è crescente, allungate la corda, agendo sulle vitine di regolazione sul saddle corrispondente. Se è calante, fate il contrario, cioè spostate il saddle verso il manico. E così per tutte le corde, fino a che ci sia una certa identità tra la nota “fretted” e l’armonico corrispondente. La ragione di ciò sta nel fatto che quando si preme una corda sul tasto, se ne aumenta il tiraggio, o la pressione, il che sfalsa la nota. Quindi bisognerà compensare questa discrepanza, variando la lunghezza della corda. Se fate caso le chitarre acustiche hanno il saddle inclinato, perché le corde grosse hanno bisogno di essere “compensate”, cioè allungate, più di quelle sottili. La regolazione delle ottave è una operazione spesso lunga e laboriosa, fatta di tentativi, riaccordamenti e riprove, insomma una cosa abbastanza noiosa. Non siate troppo pignoli su questo fatto, potete trascurare le differenze minime che leggete sull’accordatore (a patto che siano veramente minime), perché poi difficilmente sarete in grado di sentire con le orecchie differenze di un cent. |